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Indagine ISTAT di sieroprevalenza: alcune considerazioni sulla letalità del SARS-COV2

Uno dei parametri per comprendere la gravità di un’infezione è la sua letalità ossia il rapporto dei deceduti rispetto alle persone infettate, letto in un altro modo la letalità è la probabilità di morire che ha una persona contagiata.
Sembra un calcolo abbastanza facile eppure diventa molto complesso, durante un’epidemia, avere l’esatto conteggio dei decessi e, soprattutto, l’esatto numero dei soggetti contagiati.
Il 3 agosto l’ISTAT [1] ha pubblicato i primi risultati dell’indagine di sieroprevalenza in Italia del SARSCOV2. Sono state testate 64660 persone, scegliendo un campione rappresentativo della popolazione italiana.
L’obiettivo iniziale era di testare una popolazione ben più ampia ma molti cittadini non hanno aderito all’iniziativa. Il ridotto campione può inficiare sulla qualità dei dati, tuttavia l’ISTAT dichiara l’intervallo di confidenza che risulta essere piuttosto ristretto, indice della buona attendibilità dei loro risultati.
La stima dei soggetti contagiati riportata dall’ISTAT potrebbe essere anche inficiata dal fatto che alcuni soggetti contagiati, soprattutto asintomatici e paucisintomatici, potrebbero non sviluppare anticorpi o perderli dopo pochi mesi.
Secondo questa considerazione i casi stimati dai sierologici potrebbero essere inferiori ai casi reali, è anche vero che un’indagine di questo tipo è inficiata dai falsi positivi dell’esame che porterebbero a sovrastimare i casi reali.
Consapevoli di tutti questi limiti abbiamo un denominatore da utilizzare nel calcolo della letalità (letalità = decessi / infettati). Come numeratore possiamo usare o il numero di decessi accertati o l’eccesso di mortalità [2].

 
Letalità complessiva
Fino ad ora abbiamo avuto 35203 decessi accertati COVID
Nel periodo marzo-maggio 2020 l’Italia ha avuto un eccesso di mortalità di 44105 decessi rispetto alla media dei 5 anni precedenti.
L’ISTAT stima 1482377 cittadini contagiati.
Con questi dati possiamo stimare:
-letalità sulla base decessi accertati: 2,4%
-letalità sulla base dell’eccesso di mortalità: 3%

Letalità regionale
Sarebbe ragionevole pensare che le regioni colpite più duramente abbiano registrato una letalità maggiore e quindi ci si aspetterebbe una letalità nettamente maggiore in Lombardia rispetto alle altre regioni.
Se andiamo a confrontare la letalità calcolata dai decessi accertati vediamo però che la Lombardia ha registrato una letalità leggermente più bassa della media nazionale.
Le regioni con la letalità più alta sono state la Liguria (3,5%) e l’Emilia-Romagna (3,4%) mentre Campania, Umbria, Molise, Calabria e Basilicata vedono una letalità nettamente inferiore (dall’1,1% allo 0,7%).
Le regioni più colpite potrebbero aver “perso” più decessi, come testimoniato dal forte eccesso di mortalità della lombardia (25880 decessi in 3 mesi).
Se guardiamo lo stesso grafico fatto sulla base dell’eccesso di mortalità (per le sole regioni che hanno registrato un eccesso rispetto alla media degli anni precedenti), la situazione cambia un po’, la Lombardia vede una letalità maggiore della media nazionale ma le regioni con letalità più alta rimangono Liguria ed Emilia-Romagna.
 
Come si giustifica questa differenza regionale di letalità?
Non sono in grado di dare una spiegazione certa, confido su una buona capacità di cura di gran parte delle strutture ospedaliere coinvolte, in tutta Italia.
Un’idea potrebbe essere la differente età della popolazione delle varie regioni, la Liguria ha infatti l’età media maggiore d’Italia (48,5 anni vs 44,9 anni).
Se valutiamo un grafico dell’età media vs la letalità regionale si nota una certa correlazione anche se non così forte.
 
Letalità per fascia d’età
Nei risultati preliminari dell’ISTAT viene stimato il numero di cittadini infettati per fascia d’età.
Utilizzando i dati dei decessi accertati COVID possiamo stimare la letalità per fascia d’età.
Vediamo quindi che negli under 18 la letalità è stata bassissima, prossima allo 0 (4 decessi su 194093 casi), nella fascia 18-49 anni la letalità è stata dello 0,07%, nella fascia 60-69 i numeri salgono e vediamo una letalità dell’1,7%, negli over 70 la letalità diventa un temibile 10,6%
 
La stima dell’ISTAT dei casi contagiati è attendibile?
Abbiamo già visto i possibili limiti di un’indagine di sieroprevalenza come quella dell’ISTAT, abbiamo qualche dato per validarne i risultati?
Possiamo provare a guardare i dati disponibili per il personale sanitario. Il personale degli ospedali è stato sottoposto ad una sorveglianza e ad esami in modo molto più attento e preciso del resto della popolazione sia nei casi sintomatici che per gli asintomatici emersi da screening sia con tamponi che con sierologici. E’ quindi verosimile che sia i decessi che i casi siano più vicini ai dati reali.
L’ISS [3] dichiara 90 decessi in operatori sanitari in servizio e 29932 casi.
Se vediamo la letalità nel personale sanitario (barre arancioni), rispetto alla letalità stimata dai dati dell’ISTAT (barre blu) troviamo dati quasi sovrapponibili, indice di buona attendibilità dei loro risultati
Alcuni articoli scientifici suggeriscono che negli asintomatici e paucisintomatici gli anticorpi possano diminuire velocemente.
A maggio, subito dopo l’ondata epidemica, la Regione Lombardia [4] effettuava uno screening massivo sul personale sanitario riportando il 13,4% di positivi
I dati dell’ISTAT dicono che sono stati infettati il 7,5% dei Lombardi e dicono anche che il personale sanitario ha un rischio di infettarsi di 2,1x rispetto agli altri cittadini. 7,5 * 2,1 = 15,75%, non molto distante dal 13,4% riportato dalla Regione (che sarebbe comunque incluso negli intervalli di confidenza).
Come scrivevo all’inizio la letalità è solo uno dei parametri da considerare per cogliere la gravità di un’infezione e di un’epidemia.
Un’infezione con bassa letalità, alta contagiosità, discreta morbilità rappresenta un maggiore pericolo per la società rispetto ad un’infezione ad alta letalità ma bassa contagiosità.
[1] https://www.istat.it/it/files//2020/08/ReportPrimiRisultatiIndagineSiero.pdf
[2] https://www.facebook.com/francesco.pilolli.5/posts/2616262155300677
[3] https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/bollettino/Bollettino-sorveglianza-integrata-COVID-19_28-luglio-2020.pdf
[4] https://www.lombardianotizie.online/80000-test-sierologici/