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La seconda ondata arriverà in autunno? Possiamo evitarla?

Stiamo imparando a conoscere questa infezione e il modo in cui si propaga, adesso abbiamo tante esperienze dagli altri paesi nel mondo su cui ragionare.
In alcuni stati é tutto abbastanza tranquillo da mesi nonostante il virus sia entrato nei loro confini (Corea del Sud, Taiwan, Grecia, Nuova Zelanda).
Altri non sembrano essere in grado di contenere la prima ondata (Messico ad esempio).
Altri paesi stanno affrontando una seconda ondata (Iran, Serbia, Israele).
Negli USA in alcuni stati é tutto sotto controllo, altri sono in difficoltà.
La Svezia ha applicato precocemente delle misure soft, evitando un lockdown, ha avuto molti più morti dei “vicini” ma meno di altri paesi europei.

Nel mondo si stanno verificando scenari estremamente diversi.

Cosa possiamo imparare da queste situazioni:
-non bisogna sottovalutare un aumento dei casi. Ad una aumento dei casi segue, in ritardo, necessariamente l’aumento dei ricoveri e dei decessi. Il rapporto delle curve dipende dalle capacità di test, dall’età media dei soggetti contagiati e dalle capacità dei sistemi sanitari (vedi USA).
-test, tracciamento ed isolamento sono fondamentali e permettono di limitare l’epidemia anche a parità di stile di vita (Corea).
-il lockdown é la misura più estrema, molto efficace per abbattere i contagi ma deleteria per l’economia (Italia).
-lo stile di vita influenza tantissimo i contagi. Lo stile di vita italiano pre-epidemia portava a R0 3-3,5. Il lockdown a 0,3-0,5.
Tra questi due estremi ci sono tantissime sfumature e lo stile di vita attuale consente un R0 prossimo all’1.
-la Spagna, climaticamente e culturalmente vicina a noi, sta affrontando in questi giorni un nuovo aumento di casi e alcune zone sono state messe in lockdown.

Possiamo dire che una seconda ondata non aspetterà necessariamente il clima freddo.
Settembre sarà un momento estremamente critico, a mio parere: vedremo contemporaneamente il ripopolamento delle città, la riapertura di tante aziende/attività e la riapertura delle scuole.
Si sovrapporrà una progressiva riduzione delle attività e della vita all’aperto.

Cosa possiamo fare?

Dobbiamo lavorare oggi per fare capire ai cittadini che é indispensabile continuare a mantenere tutte le attenzioni, il distanziamento sociale, le mascherine al chiuso o quando non si possano mantenere le distanze, norme di igiene.
Dobbiamo installare e incentivare l’uso di immuni per favorire il tracciamento.
Dobbiamo prestare sempre la massima attenzione negli ospedali e RSA (quasi il 40-50% dei contagi arrivano da qui).
Dobbiamo formare i cittadini perché capiscano cosa stia succedendo e affinché si autoisolino ai primi sintomi.
Dobbiamo favorire la vaccinazione antinfluenzale sia per ridurre la mortalità per influenza sia per ridurre i casi che potrebbero esser confusi con COVID.
Insistere perché continui lo smart working.
La Sanità Pubblica dovrà lavorare al meglio per garantire test, tracciamento ed isolamento dei contatti e per filtrare i casi dall’estero.

Gli Italiani si sono dimostrati più bravi di tanti altri sia nel lockdown che nelle fasi successive, dobbiamo continuare su questa strada ed evitare nuove ondate.