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L’instabilità e le vertigini

L’essere umano è in grado di percepire la propria posizione nello spazio integrando numerose informazioni che possono giungere dall’organo dell’equilibrio (posto nell’orecchio interno), dalla vista, dall’udito, dal tatto e dalla percezione della posizione del proprio corpo. Tutte le informazioni vengono processate ed elaborate dal sistema nervoso centrale.
Una patologia che interessi uno di questi passaggi può causare instabilità e vertigine.

E’ innanzitutto fondamentale distinguere le vertigini che interessino il sistema nervoso centrale (patologie neurologiche) dalle vertigini di origine periferica, di competenza ORL.
Queste ultime vengono classificate in 4 categorie principali:
-vertigini parossistiche posizionali benigne o cupulolitiasi: patologia causata dal distacco degli otoliti (concrezioni di sali di calcio normalmente contenute in una sostanza gelatinosa nell’orecchio interno) che impegnano i canali semicircolari causando delle anomali percezioni che provocano le vertigini. Sono caratterizzate da crisi vertiginose molto intense ma di breve durata (10-20 secondi) scatenate dai movimenti della testa. Può insorgere dopo un trauma o, più frequentemente, in pieno benessere senza una causa apparente. Tende a risolversi spontaneamente dopo alcune settimane ma risulta piuttosto debilitante. Un’accurata diagnosi può permettere l’esecuzione di specifiche manovre che possono risolvere il problema o accelerare notevolmente la guarigione. Dopo le manovre è comune la sensazione di instabilità (“di camminare sui cuscini”) per 1-2 settimane.
-deficit vestibolare acuto (impropriamente detto neuronite vestibolare o labirintite): causato da un’improvvisa riduzione o cessazione della funzionalità di uno dei due organi dell’equilibrio. Tale malattia sembra essere dovuta a virus o a problemi dei vasi che irrorano l’orecchio interno. E’ caratterizzata da un’importante sensazione vertiginosa, molto violenta, che insorge improvvisamente o dopo un breve periodo di sensazione di “orecchio pieno” che dura per alcuni giorni. E’ accompagnata da importante nausea, vomito e molto spesso i pazienti non sono in grado di stare in piedi. La fase acuta si risolve spontaneamente dopo 5-6 giorni ma periste instabilità anche per un periodo lungo. La terapia medica permette di accelerare la guarigione e ridurre i sintomi, è spesso necessario il ricovero.
-sindrome di Meniere: patologia che causa l’associazione di vertigini, ipoacusia ed acufeni. Nella fase iniziale i 3 sintomi possono non essere presenti contemporaneamente, anzi nella maggior parte dei casi la patologia inizia esclusivamente con sintomi vertiginosi ai quali solo successivamente si associano l’ipoacusia e gli acufeni. Con il tempo le crisi vertiginose tendono a ridursi mentre si accentuano i problemi uditivi. I soggetti affetti da sindrome di Meniere presentano crisi di vertigine della durata di alcune ore, piuttosto debilitanti spesso associate all’aggravamento dei sintomi uditivi.
-vertigine emicranica: è una forma più sfumata di vertigine, talvolta descritta come instabilità, che può configurarsi tra i sintomi che precedono un attacco emicranico (aura)