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Gli acufeni e l’arricchimento sonoro

Gli acufeni (o tinnito) sono dei suoni percepiti dai pazienti ma non presenti nell’ambiente. La loro natura può essere correlata a patologie organiche (otosclerosi, trauma acustico, neurinoma dell’VII nervo acustico, ipoacusia improvvisa, ipoacusia da agenti ototossici, patologie neurologiche …) o, nella maggior parte dei casi, da causa non identificabile.
Gli acufeni coinvolgono un gran numero di soggetti (fino al 15-18% della popolazione), possono essere costanti o intermittenti, monolaterali o bilaterali.
L’acufene può essere di tono acuto o grave, di intensità lieve o molto alta. Può essere molto fastidioso, soprattutto negli ambienti silenziosi, situazione in cui viene percepito maggiormente.
Chi soffre di acufeni sa quanto questo disturbo possa rappresentare un vero e proprio handicap, rendendo difficoltoso il sonno, aumentando lo stato d’ansia e di stress.
Durante la valutazione ORL è essenziale valutare se l’acufene possa avere una causa organica o meno, una volta accertato che l’acufene sia idiopatico (non abbia una causa nota) il paziente deve capire che l’acufene è un fastidio (anche importante) ma non rappresenta e non deve rappresentare un problema di salute.
Al momento attuale non esiste alcuna terapia in grado di cancellare in maniera completa l’acufene. Esiste un ampio spettro di terapie utili per ridurre l’intensità percepita e la disabilità provocata dall’acufene.
Sono disponibili sia cure farmacologiche che approcci psicologici/neurofisiologici
Nessuna terapia si è dimostrata sempre efficace e quindi è necessario che l’Otorinolaringoiatra affronti con il paziente il problema, cercando di capire se via sia una quota importante di ansia/stress su cui agire farmacologicamente o se sia opportuno tentare tecniche cognitive-psicologiche-neurofisiologiche.

Una tecnica molto utile per minimizzare la percezione dell’acufene è l’arricchimento sonoro che assieme al consulto specialistico rientra nella Tinnitus Retraining Therapy.
Chiunque soffra di acufeni si rende conto che è più facile addormentarsi (e non percepire l’acufene) se nella stanza vi sia un innocuo rumore di fondo come la televisione o la radio a basso volume.
Il nostro cervello è consapevole che il rumore (televisione o radio) che sta arrivando al nostro orecchio è innocuo e quindi tende ad escluderlo.
L’acufene è invece interpretato dal nostro cervello come un suono anomalo, possibile campanello di allarme di qualche problema che crea uno stato di ansia. L’attenzione di focalizza sull’acufene, soprattutto nel silenzio e si accentua l’intensità percepita dello stesso creando un circolo vizioso.
L’arricchimento sonoro è una tecnica neurofisiologica che si pone l’obiettivo di insegnare al nostro cervello che l’acufene è un suono innocuo da ignorare.
La tecnica consiste nel far ascoltare al paziente un suono innocuo ad un basso volume per tutta la notte ed in ogni momento di silenzio. Il suono non deve avere sbalzi di intensità e deve coprire tutte le frequenze udibili, l’intensità deve essere bassa, appena percettibile.
L’ideale è quindi un rumore bianco che stimoli tutte le frequenze udibili, percepito come un fruscio.

Potete scaricare da QUI un file mp3 con rumore bianco della durata di un’ora (cliccate con il tasto destro e poi salva con nome), dovrete metterne più copie sul vostro lettore per coprire tutta la notte.

Per aumentare l’efficacia della terapia il file può essere plasmato sulla base dell’acufenometria di ogni paziente: il suono apparentemente identico al rumore bianco, andrà a stimolare solo le frequenze non intaccate dall’acufene.
I suoni possono essere ascoltati con casse o con le cuffie.
Durante il giorno si può ascoltare radio o musica ad un volume sempre molto basso