![calcolosottomandibolare](http://francescopilolli.it/wp-content/uploads/2016/07/calcolosottomandibolare.jpg)
Con il termine scialolitiasi si intende la patologia infiammatoria delle ghiandole salivari maggiori dovuta alla formazione di calcoli (scialoliti) o nei dotti salivari o nel parenchima delle ghiandole.
I calcoli sono formati da carbonati di calcio o da fosfati di calcio combinati con altre molecole organiche. I meccanismi per cui si formano non sono chiarissimi, sicuramente il ristagno salivare ed i danni dell’epitelio dei dotti possono favorire la precipitazione dei sali.
Coinvolge nell’80% dei casi la ghiandola sottomandibolare che si trova in una posizione più bassa rispetto allo sbocco del suo dotto (dotto di Wharton) che inoltre ha un percorso tortuoso. Nel 70% sono radiopachi e si possono identificare alla TC o ad una radiografia (minor sensibilità). Nel rimanente 30% la TC può vedere segni indiretti della presenza del colcolo (dilatazione del dotto a monte del calcolo o esiti fibrotici della ghiandola) ed il calcolo potrebbe essere identificabile con uno studio ecografico.
Nella prima fase della malattia i calcoli (spesso multipli nella ghiandola sottomandibolare) ostacolano il deflusso della saliva e si osserva un’importante tumefazione dolente della ghiandola in corrispondenza dei pasti che lentamente tende a regredire qualche ora dopo. La pelle può arrossarsi e spesso i pazienti dopo i pasti lamentano una importante produzione di saliva (scialorrea) dovuta al fatto che la ghiandola si svuota della saliva prodotta precedentemente.
![TC calcolo sottomandibolare2](http://francescopilolli.it/wp-content/uploads/2016/07/TC-calcolo-sottomandibolare2-e1468049989947.jpg)
Il ristagno salivare dato dalla presenza del calcolo può favorire una sovrainfezione batterica e si può quindi sviluppare una scialoadenite acuta, caratterizzata da gonfiore e dolore violento.
Se la situazione non si risolve, il continuo traumatismo determina una infiammazione cronica della ghiandola (scialoadenite cronica) per cui il paziente percepisce una costante sensazione di algia/fastidio e la ghiandola resta sempre tesa.
Nelle prime fasi della malattia è possibile facilitare l’espulsione dei calcoli incentivando il paziente a bere molto, dando farmaci antiedemigeni o con procedure ambulatoriali o di piccola chirurgia. E’ anche possibile provare ad asportare il calcolo con un intervento endoscopico (scialoendoscopia).
Non agendo sulle cause che portano alla formazione del calcolo è molto frequente che il problema si ripresenti nel corso della vita.
Quando l’infiammazione si è cronicizzata l’unica opzione è quella di asportare la ghiandola malata.